Carlo Gubitosa e le sue storie di ribellioni creative.

Carlo Gubitosa, segretario dell'Associazione PeaceLink, nel gennaio del 2005 ha vinto il premio giornalistico "Michele Campione" per un articolo del 18 febbraio 2004 intitolato "Perché ho lasciato Barbie. Scoop! Ken si confessa, e svela i retroscena della crisi" Carlo Gubitosa è nato a Taranto e Vive a Milano. Nel 1999 ha vinto il premio SMAU di giornalistmo scientifico, è autore del Cd-Rom "Nuove tecnologie per nuove abilità. La telematica al servizio dei disabili". Negli ultimi anni ha tenuto seminari sul giornalismo e le nuove tecnologie dell'informazione presso la facoltà di Scienze della comunicazione dell'Università di Bologna. Per Apogeo ha scritto Telematica per la Pace (1996) e "La vera storia di Internet" (2002). Ora con Terre di Mezzo/Altreconomia ha pubblicato "ELOGIO DELLA PIRATERIA" [Pdf 400Kb]. Lo abbiamo intervistato. Come è nato questo libro? Queste storie ronzavano nella mia testa già da mesi, e pian pianino si sono incontrate per diventare l'indice di un libro. A questo va aggiunto che personalmente sono affascinato dal potere della comunicazione, e le storie di pirati che ho raccolto nel mio libro dimostrano che con un buon lavoro di comunicazione anche pochissime persone possono cambiare il mondo in meglio, e a volte basta anche un solo individuo. 

La chiave di lettura principale del libro è il cambio di rotta imposto dal digitale, che trae valore dalla diffusione al contrario del valore del bene materiale che più è scarso più vale? La chiave di lettura principale del mio libro e' l'eterno conflitto tra la stabilità e il progresso, tra le regole di "giustizia" e chi le infrange considerandole ingiuste, tra il "senso comune" collettivo e il buon senso individuale. Nel mio libro racconto storie di personaggi che usano le tv di quartiere, le reti telematiche, i farmaci anti-aids, i graffiti urbani, la pirateria agricola, il ri-doppiaggio televisivo e altre pratiche al limite della legalità per seguire un "fuoco interiore", una sete di conoscenza e libertà che rende inutili gli sforzi compiuti da ogni organizzazione sociale per mantenere la stabilità dello status quo" e del proprio sistema di valori, perché in ogni epoca della storia c'è stato e ci sarà sempre chi lavorerà per costruire un mondo diverso e affermare nuovi valori. 
Secondo te cosa accadrà in questo campo da qui a 10 anni? Le previsioni sono facili, perché già nel passato tantissime azioni di pirateria, che all'inizio sembravano gesti isolati di pochi ribelli, sono state accettate e "assimilate" dalla società, diventando un valore positivo. Basta pensare all'obiezione di coscienza al servizio militare, che negli anni '70 veniva considerata un'azione criminale e oggi si è trasformata in un valore condiviso. E' questo che mi convince del fatto che fra venti anni sarà del tutto normale scambiare in rete musica e cultura alla luce del sole, senza essere bollati come criminali da ricche aziende che vogliono diventare ancora più ricche attraverso la repressione poliziesca della condivisione gratuita. 
Stai suscitando reazioni? Quelli che lo hanno letto me ne hanno parlato abbastanza bene, ma la reazione più interessante è stata quella delle comunità virtuali che si sono arrabbiate con me perché il mio libro, pur essendo rilasciato con una licenza "Creative Commons", non è stato immediatamente disponibile in rete. Prima che potessi fare qualcosa, qualcuno ha pubblicato online una delle ultime stesure del libro, un file che avevo mandato ad un ristretto gruppo di amici per avere il loro parere, e che per vie misteriose ha raggiunto il sito copydown.inventati.org. Adesso per il rilascio della versione elettronica definitiva, sto aspettando di ricevere i primi feedback da parte dei lettori, ma nel frattempo… 
Wikipedia e i Blog rappresentano rispettivamente esempi di diffusione del sapere e delle informazioni in maniera collaborativa e spontanea, qual è la tua opinione al riguardo? Questi due fenomeni rappresentano due opposti estremismi: il Blog è spesso realizzato da una sola persona, e serve anche come spazio di espressione per ego ipertrofici, mentre la Wikipedia ha come potenziali autori tutti gli internauti del mondo. Tra questi estremi c'è quella che io considero una sana via di mezzo, e cioè le comunità virtuali che si incontrano anche dal vivo, per affiancare agli scambi telematici anche esperienze dirette da vivere assieme. Sicuramente i blogger solitari e le creazioni culturali globali sono dei fenomeni interessanti, ma io credo che le potenzialità della rete ancora inespresse riguardino soprattutto l'intreccio tra vita reale e scambio virtuale. Ad esempio, i collegamenti telematici sono stati l'infrastruttura che ha reso possibile la prima manifestazione pacifista mondiale della storia, quel 15 febbraio 2003 che tutti ricordiamo come la data in cui il New York Times ha decretato la nascita della "seconda superpotenza mondiale", cioè l'opinione pubblica organizzata.

Andrea Mameli, 4 novembre 2005

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