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È il 25 luglio, il gioiello d'Italia affonda nell'Atlantico (L'Unione Sarda, 24 luglio 2006)

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L'Andrea Doria riemerge, dopo 50 anni, da un mare di polemiche.

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Piero Calamai, a causa di una strana inchiesta, era ritenuto colpevole di non aver fatto il possibile per salvare la nave. Così il comandante di quel gioiello italiano chiamato Andrea Doria, morì alcuni anni dopo, triste e sconsolato, senza aver ottenuto giustizia. Ma dopo 50 anni la verità torna a galla: fu l'inesperienza del secondo comandante della Stockholm, che in quel momento aveva in mano i comandi, a causare il disastro, non riuscendo a impedire che la prua rompighiaccio della nave svedese squarciasse la fiancata destra dell'Andrea Doria. La verità, già messa in luce dalle indagini svolte dalla commissione d'inchiesta della Marina, era stata fatta affondare con forza, per interessi in parte legati alle assicurazioni (cui erano stati chiesti circa 65 milioni di dollari di allora, a titolo di risarcimento). Ora questa verità viene riportata in superficie, e mantenuta con forza sopra la linea di galleggiamento, da tre volumi appena pubblicati: - Assolvete l'Andrea