Sardegna “vigilata speciale” Per i cambiamenti del clima nel Mediterraneo

L’UNIONE SARDA 20 Febbraio 2007 - Cronaca Italiana - Pagina 9
Istituito un Centro di ricerca che studierà gli scenari futuri: nell’Isola l’agricoltura rischia stravolgimenti
Le evoluzioni climatiche saranno studiate per individuare le possibili contromisure.
Sardegna "vigilata speciale"
Per i cambiamenti del clima nel Mediterraneo


L’Italia affronta la sfida dei mutamenti climatici con le armi della scienza e della tecnologia. E gli osservati speciali saranno il bacino del Mediterraneo in generale e la Sardegna in particolare. Ieri a Roma, con la costituzione del Centro Euro Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici (Cmcc), il nostro Paese si è dotato del primo istituto in Europa interamente dedicato allo studio del clima e alle conseguenze delle sue mutazioni. Nel corso del convegno "La sfida della scienza del clima, un’iniziativa italiana" sono state illustrate le attività di ricerca del Centro, che avrà la sede principale a Lecce e riferimenti locali a Bologna, Capua, Venezia, Sassari. 
Il Cmcc, che nutre l’ambizione di diventare il riferimento principale nello studio dei cambiamenti climatici per i Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum, nasce da un consorzio di cinque istituti di ricerca italiani, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), la Fondazione Eni Enrico Mattei (Feem), l’Università del Salento, il Centro Italiano Ricerche Aerospaziali (Cira), il Consorzio Venezia Ricerche (Cvr) cui si sono associati il consorzio SPACI e l’Università di Sassari (Dipartimento di Economia e Sistemi Arborei). 
Il Cmcc, per mezzo di un di calcolo tra i più potenti in Europa per questo genere di studi, produrrà simulazioni numeriche che permetteranno di costruire (con un dettaglio di poche decine di chilometri) significative simulazioni dell’evoluzione climatica dei prossimi decenni. Il primo risultato scientifico ottenuto dal Centro è stata la realizzazione di una serie di simulazioni di scenari climatici relative al futuro del Mediterraneo basate sui dati recentemente forniti, su scala globale dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc). Gli scenari, presentati ieri a Roma, descrivono l’andamento possibile nei prossimi 100 anni della temperatura e delle precipitazioni sul bacino del Mediterraneo. Se non saranno attuate adeguate contromisure per ridurre le emissioni di gas serra, in particolare con l’adozione di energie rinnovabili, il modello prevede una diminuzione del 20% delle precipitazioni principalmente, un aumento della temperatura al suolo da 1 a 3 gradi tra il 2021 e il 2050 (per toccare i fatidici 6 gradi nel 2100) e l’aumento del rischio di siccità. Gli scenari ipotizzati sono due, basati su diverse stime di crescita dell’anidride carbonica dispersa in atmosfera. In particolare riguardo la Sardegna, scelta come banco di prova per gli studi del Cmcc, sono stati anticipati alcuni dati. Una delle conseguenze del mutamento del clima, se la tendenza non sarà invertita per tempo, riguarda la possibile riduzione delle superfici particolarmente adatte alle colture agrarie più importanti in Sardegna. 
«Rispetto alla coltivazione di ulivo e vite, com’è noto particolarmente adatte al nostro clima ? spiega Donatella Spano, Università di Sassari, responsabile dell’unità locale del Cmcc in Sardegna ? si parla di una riduzione che può andare dal 9 al 26%. Secondo l’andamento dei mutamenti climatici e sempre in relazione alle aree particolarmente adatte a tali colture.» Rispetto poi alla percentuale del territorio isolano adatta alla coltivazione di orzo, erba medica, trifoglio (che attualmente ammonta a circa l’84% del territorio) entro un secolo la percentuale potrebbe scendere al 54% al 34% sempre a seconda dello scenario climatico considerato. In questo caso la variabile fondamentale legata allariduzione del territorio coltivabile la disponibilità idrica e, quindi, la quantità annua e la distribuzione delle precipitazioni piovose. 
«Il compito dell’Università di Sassari? precisa Donatella Spano? sarà lo studio dell’impatto esercitato dai cambiamenti climatici sull’agricoltura, le foreste e i sistemi naturali, non solo della Sardegna ma nell’intero bacino del Mediterraneo.» 
Il Cmcc (finanziato dal Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, dal Ministero dell’Università e della Ricerca e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze) studierà l’impatto dei cambiamenti climatici su agricoltura, economia e salute, e i rischi derivanti dall’aumento delle temperature su ecosistemi marini e terrestri. I dati, elaborati da agronomi, climatologi, fisici, matematici, economisti e informatici, saranno messi a disposizione della comunità scientifica e della pubblica amministrazione.
Andrea Mameli
 
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