Il sole salverà la Terra


Energia e ricerca, parla Veronesi (L'Unione Sarda, inserto Estate Cultura, Pagina VI, 22 settembre 2007) Andrea Mameli
La sfida energetica si vince con il sole. Parola di Nobel. Tra i risultati della terza conferenza mondiale sul Futuro della Scienza, che si chiude oggi a Venezia, si registra una sostanziale uniformità di vedute circa la scelta delle fonti rinnovabili. Un mosaico di testimonianze, portate da alcuni tra i maggiori esperti mondiali convenuti nell'isola di San Giorgio, che impone ai governi un elenco di decisioni importanti. Non tanto perché carbone, gas e petrolio tra qualche decina d'anni si esauriranno. Quanto per l'ineludibile obbligo di porre un freno alle emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera terrestre: i cambiamenti nel clima mostrano l'effetto dell'utilizzo dei combustibili fossili. Trenta scienziati provenienti da tutto il mondo, accogliendo l'invito della Fondazione Umberto Veronesi, hanno accettato di confrontarsi sulle problematiche scientifiche connesse con l'energia. E con l'impegno di redigere, alla fine delle tre giornate di lavoro, un elenco di proposte concrete destinate ai governi. Quello italiano in particolare: per rispettare il protocollo di Kyoto dovremo ridurre le emissioni dei gas inquinanti che sono all'origine dell'effetto serra del 6,5% entro il 2012, ma il nostro Paese è l'unico in Europa a non avere un piano energetico nazionale.
Perché una conferenza mondiale sul Futuro della Scienza dedicata all'energia?
"Redigeremo una Carta di Venezia su questi temi per chiedere ai governi azioni concrete: ridurre gli sprechi di energia e - spiega Umberto Veronesi - introdurre massicciamente le fonti rinnovabili."
Un invito che si sposa, nel caso dell'Italia, con l'urgenza di rilanciare la ricerca scientifica? "In Italia queste scelte sono in mano ai professionisti della politica, una nomenclatura che ha in mente solo la propria rielezione. Il meccanismo della ricerca di consenso solo raramente coincide con il bene comune: difficile che un politico, con la mente rivolta alla ricerca di voti per la propria rielezione, possa spingersi a promuovere azioni impopolari. Credo che l'idea di Beppe Grillo di limitare a due i termini di rielezione dei deputati, imponendo un ciclo di massimo 8 anni, potrebbe rompere questo meccanismo distorto."
La ricerca scientifica non porta voti? "Il problema è essenzialmente questo. Quindi oggi, in Italia, per promuovere la ricerca scientifica serve una rivoluzione. Una rivoluzione culturale. Per ottenere risultati solidi e duraturi. L'Italia ha molti scienziati eccellenti in svariate discipline, ma gli istituti di ricerca non hanno alcun coordinamento."
La sfida energetica è dunque anche una sfida culturale? "La scienza identifica le fonti di energia. La politica le deve mettere in atto. Ma è necessario raggiungere i cittadini con un'informazione seria e capillare. I grandi cambiamenti passano attraverso l'educazione dei più giovani: abbiamo il dovere di favorire l'avvicinamento alla cultura scientifica, l'amore per la scienza, il pensiero razionale, per essere in grado di scegliere con l'intelletto e non con le emozioni. Purtroppo in Italia si avverte qualche resistenza: a chi si occupa di scienza non è riservato il prestigio di altre occupazioni. Addirittura ci si vanta di non conoscere la scienza, come se fosse una cultura di seconda categoria. Sentiamo il dovere di invertire questa tendenza."
A Venezia la scienza ha presentato il conto: proseguire nell'uso di combustibili fossili aggrava i problemi climatici e l'inquinamento ha un impatto devastante sulla salute umana. Scegliere energia pulita interessa dunque ciascuno di noi. Lo ripetono i due premi Nobel per la fisica invitati a parlare alla conferenza, Carlo Rubbia e Zhores Alferov, schierandosi apertamente a sostegno dell'energia solare (a concentrazione il primo, fotovoltaica il secondo).
"Tra tutte le fonti rinnovabili il solare a concentrazione si appresta a diventare di gran lunga il sistema più economico in termini di produzione centralizzata - ha spiegato Rubbia - non produce anidride carbonica, ha un impatto ambientale modesto, garantisce erogazioni continue e si adatta a operare in qualsiasi paese della fascia solare che include anche l'Italia."
Il sole ci regala una seconda opzione, complementare alla prima, per la quale sono possibili ampi margini di crescita in termini di diffusione e di efficienza (ad esempio con le innovazioni proposte da Zhores Alferov, già presentate a Cagliari dal Nobel bielorusso alcuni mesi fa) con applicazioni distribuite nel territorio. Ottimismo condiviso dal responsabile scientifico del Crs4 del progetto solare termodinamico, in fase di realizzazione in Sardegna, Bruno D'Aguanno: "Le previsioni sul ruolo crescente del solare illustrate nella conferenza confermano la validità delle scelte operate dalla Regione Sardegna, che avranno importanti ricadute conoscitive, formative e tecnologiche."
In un confronto scientifico come quello di Venezia ha diritto di cittadinanza anche la scelta nucleare, sdoganata da James Lovelock, ideatore dell'ipotesi Gaia (Terra uguale organismo vivente). Ma Carlo Rubbia avverte: le centrali basate su torio e litio, a bassa radiotossicità, non potranno nascere prima di alcune decine d'anni, decisamente troppi per salvare il pianeta.
Gaia non può attendere.

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