Il blog di Nonna Nedda: come sarà il mio futuro?
"Sono un'insegnante di scuola elementare in pensione da molti anni. Ho passato gli ottanta ed ancora provo interesse per tutto ciò che avviene intorno a me."
A presentarsi così nel suo blog l'eredità di nedda è nedda gottardi in arte nonna nedda.
Era quello che cercavo: il blog di una persona con il doppio dei miei anni, nel quale trovare tracce del mio futuro. Cioè cosa scriverò da grande? Racconterò il mio passato? O forse avrò bisogno di un diario nel quale leggere il mio passato remoto e riconoscermi. Nonna Nedda lo fa in maniera eccellente:
"Negli anni quaranta vigevano le SANZIONI contro l'Italia. Non arrivavano più materie prime dall'estero e bisognava far buon viso a cattiva sorte.
Ho raccontato in un post precedente, come persi un tacco delle scarpe (pressocché nuove ed anche graziose). Oggi racconto di come erano calzati grandi e piccoli: portavano zoccoli, tomaio di vacchetta, zeppa di legno e tanti chiodi sotto la suola. Questo tipo di calzatura aveva un suo nome preciso, SGALMERE, una parola che mi fa pensare a sgangherato!"
Ora mi chiedo: e se, piano piano, dovessi perdere la memoria a breve termine? Allora un diario quotidiano nel quale raccontare le mie giornate sarebbe l'unico modo per riappropriarmi delle mie giornate.
Andrea Mameli, Cagliari 29 ottobre 2007
Un blog contro la solitudine
Nedda, on line a 86 anni
Laura Montanari, Repubblica, 14 ottobre 2007
A presentarsi così nel suo blog l'eredità di nedda è nedda gottardi in arte nonna nedda.
Era quello che cercavo: il blog di una persona con il doppio dei miei anni, nel quale trovare tracce del mio futuro. Cioè cosa scriverò da grande? Racconterò il mio passato? O forse avrò bisogno di un diario nel quale leggere il mio passato remoto e riconoscermi. Nonna Nedda lo fa in maniera eccellente:
"Negli anni quaranta vigevano le SANZIONI contro l'Italia. Non arrivavano più materie prime dall'estero e bisognava far buon viso a cattiva sorte.
Ho raccontato in un post precedente, come persi un tacco delle scarpe (pressocché nuove ed anche graziose). Oggi racconto di come erano calzati grandi e piccoli: portavano zoccoli, tomaio di vacchetta, zeppa di legno e tanti chiodi sotto la suola. Questo tipo di calzatura aveva un suo nome preciso, SGALMERE, una parola che mi fa pensare a sgangherato!"
Ora mi chiedo: e se, piano piano, dovessi perdere la memoria a breve termine? Allora un diario quotidiano nel quale raccontare le mie giornate sarebbe l'unico modo per riappropriarmi delle mie giornate.
Andrea Mameli, Cagliari 29 ottobre 2007
Un blog contro la solitudine
Nedda, on line a 86 anni
Laura Montanari, Repubblica, 14 ottobre 2007
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