Le regole per allenare la mente (L'Unione Sarda, 29 Dicembre 2007)

erickson cervello
Le regole per allenare la mente
Invecchiamento: un libro spiega come stimolare il cervello.

Contare i soldi, riconoscere le banconote, calcolare rapidamente il resto, valutare i prezzi. Operazioni banali, come lavarsi, vestirsi, addirittura sapere con certezza in che anno siamo o che giorno è oggi o ricordare cosa abbiamo mangiato ieri a cena. Così banali che non saperle eseguire correttamente può costituire un campanello d'allarme: se gli episodi di confusione sono frequenti allora la causa può risiedere nel deterioramento delle funzioni mentali o, in una parola, demenza. La demenza è originata da un ampio spettro di patologie e colpisce quasi 25 milioni di persone in tutto il mondo. Negli ultimi 40 anni, complice il progressivo innalzarsi della vita media, questo numero è in costante crescita: ogni anno si contano circa 5 milioni di nuovi casi di demenza. Con questo ritmo il numero di persone affette da demenza è destinato a superare 80 milioni nel 2040. Il rapporto "Demenza in Europa 2006" (pubblicato nel giugno 2007 dall’organizzazione non profit Alzheimer Europe) indica in 6 milioni il totale di persone affette da questa patologia in Europa (27 Stati membri più Islanda, Norvegia, Svizzera e Turchia) con un'incidenza dell’1,27% sulla popolazione complessiva. E l'Italia è al primo posto in Europa per numero di malati: nel 2005erano circa 900 mila. Considerando che circa il 70% dei casi di demenza sono causati dalla malattia di Alzheimer si comprende l’importanza di ogni iniziativa volta a tentare di aggredirla. Il 21 settembre, in occasione della XIV Giornata Mondiale Alzheimer (istituita nel 1994 dall'Organizzazione Mondiale della Sanità) le associazioni hanno chiesto al Parlamento europeo di riconoscere la malattia come una vera emergenza sanitaria, di sostenere la ricerca per l'individuazione delle cause e lo sviluppo di terapie efficaci, di includere la malattia nei piani di studio universitari e di contribuire a migliorare la qualità di vita dei malati e dei loro familiari. Il 7 gennaio, per iniziativa dell'Associazione nazionale anziani e pensionati della Confartigianato sarà avviata la campagna di prevenzione “Senza ricordi non hai futuro”.
Attualmente, questo è il problema principale, i farmaci disponibili riescono solo a rallentare la progressione della malattia e ad alleviarne i sintomi. Gli approcci non farmacologici assumono quindi una particolare importanza. Constatato che persone con elevato grado di scolarità o che hanno condotto una vista stimolante con l’impegno decennale in mansioni complesse appaiono meno soggette a sviluppare demenza o in epoca più tardiva rispetto alle altre, sono stati ideati esercizi adatti allo stimolo delle abilità cognitive. Come la proverbiale utilità per il corpo del camminare e fare sport anche per il cervello l’esercizio è salutare in quanto contribuisce a mantenere i neuroni vivaci e a modificare l'architettura delle loro connessioni per recuperare quelle perdute. Il cervello umano, a partire dai 30 anni, inizia a perdere neuroni: è la morte cellulare programmata (detta apoptosi dal termine greco che indica la caduta delle foglie e dei petali dei fiori).
Sono note alcune centinaia di geni che in tempi e condizioni fisio-patologiche diverse partecipano al processo apoptotico. Contrariamente alla necrosi, che è una forma di morte cellulare causata da trauma cellulare o stress acuto, l'apoptosi viene condotta in modo ordinato e regolato. Si ritiene che a causa dei processi apoptotici in un organismo umano adulto ogni giorno muoiano circa 60 miliardi di cellule, e in un anno la massa delle cellule ricambiate equivale a quella dell’intero corpo. Il cervello, di norma entro i 75 anni, subisce un calo di peso del 10% e al microscopio si osserva anche una riduzione del numero dei dendriti, le strutture di connessione, mentre compaiono alterazioni strutturali (placche senili e gomitoli neurofibrillari). Le caratteristiche del cervello umano tentano di sopperire con il numero di cellule nervose (di gran lunga superiore a quello effettivamente necessario, caratteristica nota con il nome di ridondanza), la loro plasticità (a seconda delle esigenze le cellule nervose possono imparare a compiere funzioni diverse da quelle originarie) e l'interazione con l’ambiente esterno (globalità). È proprio nell’ultimo aspetto che risiede l’importanza dell’esercizio cerebrale.
Una proposta articolata e completa di attività per la stimolazione cognitiva è contenuta in un recente volume: Una palestra per la mente. Stimolazione cognitiva per l'invecchiamento cerebrale e le demenze (Erickson, 2007, 311 pagine, 22 euro). Il libro raccoglie l'esperienza di un programma di stimolazione cognitiva attuato dal Centro Regionale per lo studio e la cura dell’Invecchiamento Cerebrale dell’Università di Padova, ed è rivolto ai pazienti affetti da deterioramento cognitivo di grado lieve-moderato e ai loro familiari, interessati a contrastare le conseguenze dell’invecchiamento cerebrale. Le autrici (Arianna Ferrari, Donata Gollin e Anna Peruzzi) sono logopediste del Centro Regionale per lo studio e la cura dell’Invecchiamento Cerebrale di Vicenza.
ANDREA MAMELI 
(L'UNIONE SARDA, pag. 27, 29 DICEMBRE 2007)


Una palestra per la mente (Erickson, 2007) contiene esercizi per stimolare la memoria. Nella prima parte del volume si punta alla ricostruzione, attraverso un diario-agenda, della storia della persona, fino al presente. Nella seconda parte vengono proposte attività specifiche per le aree maggiormente interessate dai processi di invecchiamento. Le schede, di grande formato, sono divise in 9 sezioni: storia personale, orientamento nel tempo e nello spazio, linguaggio, attenzione visiva, abilità manuali, logica, memoria, gestione del denaro. Qualche esempio: riconoscere le banconote dal colore, simulazione del supermercato e conteggio del resto, giochi di memoria, geografia. Il volume si rivolge a psicologi, educatori, terapisti della riabilitazione, operatori sociosanitari e familiari di persone con demenze.
una palestra per la mente
La copertina del libro e uno dei test. (Foto: Andrea Mameli)


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