Giorgio Celli, la scienza facile (L'Unione Sarda, 26 aprile 2008)



Amare la scienza attraverso la letteratura: è questa la chiave per decifrare lo straordinario talento di Giorgio Celli per la divulgazione. Un talento, quello dell'etologo veronese, frutto di una grandissima passione per la natura, ma anche per la narrativa, il teatro, la poesia. Per avvicinare la scienza alla società secondo Celli bisogna raccontarla come una favola o un giallo, rendendola interessante e affascinante. Per questo la sua produzione non è solo scientifica: due opere teatrali sono state rappresentate al Festival dei due mondi di Spoleto: nel 1975 ("Il sonno dei carnefici") e nel 1977 ("Vita e meravigliose avventure di Lazzarino da Tormes"). A quegli anni risale la pubblicazione del libro "Le tentazioni del professor Faust" (Feltrinelli) Premio Pirandello 1975. Giorgio Celli ha curato la sezione "Arte e scienza" della Biennale di Venezia 1986, con l'audiovisivo "Arte e Biologia", e ha scritto decine di libri (divulgazione scientifica, poesie, gialli). Ma il volto e la voce di Celli sono noti al grande pubblico grazie al programma televisivo "Nel regno degli animali" con il quale ha portato l'etologia in televisione. Per questo va considerato un autentico pioniere, nonostante la precedente opera di Angelo Lombardi con la trasmissione "L'amico degli animali" (andata in onda per oltre 700 puntate a partire dal 1956).
Giorgio Celli interverrà oggi a Siddi alle 10 per l’inaugurazione del Museo Ornitologico della Sardegna e alle 15 presenterà il suo ultimo libro: “La mente dell’ape. Considerazioni tra etologia e filosofia” (Compositori, Bologna 2008).
Cosa significa spiegare la scienza per Giorgio Celli? «Il vero divulgatore deve coniugare una solida preparazione scientifica con buone capacità di comunicazione. L’ideale è un ricercatore con una seconda dote: farsi capire con semplicità.»
In Italia crescono di numero, e di qualità, festival e musei della scienza. Il museo di Siddi si inserisce in questo solco? «Da attività centralizzata, e localizzata in grandi città, la scienza sta allargando la sua presenza anche a piccoli centri. Stiamo passando alla diffusione dei contenuti scientifici per tutti e non più per una ristretta cerchia.»
Lei è un modello di divulgatore. Quali sono i suoi modelli? «I miei modelli sono i grandi entomologi come Peter Farb, e Charles Darwin. Ma anche Joseph Conrad di cui amo il capolavoro Cuore di Tenebra. Ma il mio grande idolo è Leonardo Da Vinci: genio impareggiabile, capace di accostare arte e scienza in maniera sublime.»
"Le tentazioni del professor Faust" racconta la storia di un ricercatore che lavora per una multinazionale: una relazione lecita o un rapporto incestuoso? «A volte pericoloso. L’idea che il ricercatore venga pagato dall’impresa privata secondo me è l’inizio della fine della scienza libera.»
Nel suo libro dedicato al mondo delle api sembra quasi che la società di questi insetti abbia raggiunto livelli di perfezione sconosciuti per gli umani. È così? «Le api sono il risultato di un’evoluzione più lunga di quella umana e hanno sviluppato metodi cono i quali riescono a pensare insieme. Il gesuita evoluzionista Pierre Teilhard de Chardin ha scritto che l’umanità passerà dalla biosfera alla tecnosfera e da questa alla noosfera: il pensiero umano, pur mantenendo intatta la propria individualità si connetterà a formare una sorta di mente planetaria. Le api, pur avendo molti neuroni in meno di noi, ci riescono già. E mantengono gli alveari in buona salute.»
Professore, ama più i gatti o le api? «Le api mi hanno seguito in tutta la mia vita professionale: le studio con il camice bianco. I gatti fanno parte della mia vita privata e sono i miei compagni da sempre.»
ANDREA MAMELI 
L'UNIONE SARDA, CULTURA, sabato 26 aprile 2008



Commenti

Annarita ha detto…
Ciao, Andrea. Seguo da tempo "ScienzAfumetti", che trovo un progetto eccellente.

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Annarita
Anonimo ha detto…
Molto interessante. Grazie
Andrea

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