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Visualizzazione dei post da febbraio 10, 2008

Un euro per il giovane che legge (L'Unione Sarda, 16 febbraio 2008)

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Andrea Mameli (L'Unione Sarda, 16 febbraio 2008, pagina 30)

Satellite in cerca di un nome...

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Il problema è semplice: la Nasa ha deciso di cercare un nuovo nome al satellite che provvisoriamente si chiama Glast . E lo fa chiedendo suggerimenti attraverso il sito web del progetto Gamma-ray Large Area Space Telescope (da cui l'orrido acronimo) entro il 31 marzo 2008. E per rendere più intrigante la competizione creativa, la scelta del nuovo nome avverrà circa due mesi dopo il lancio del telescopio spaziale. La missione Glast è gestita da un gruppo internazionale di ricerca nel campo dell'astrofosica e della fisica delle particelle (USA, Francia, Germania, Giappone, Italia, Svezia).

Il sogno di governare il sole (Andrea Mameli, 9/2/08, L'Unione Sarda)

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Sarà accesa a metà marzo a Olimpia, la città greca dove nel 776 avanti Cristo nacquero i Giochi, poi attraverserà il pianeta, fino a giungere a Pechino l'8 agosto. La fiamma sacra delle ventinovesime olimpiadi dell'era moderna verrà posta nel fuoco ottico di uno specchio parabolico di bronzo e, come racconta Plutarco, la sacerdotessa dovrà pronunciare la formula: "Apollo, re del sole e dell'idea di luce, manda i tuoi raggi e accendi la sacra torcia". L’uso degli specchi ustori (d’argento) era noto anche agli Inca, in Perù, in occasione della danza del Sole che si celebrava il 21 giugno (solstizio estivo) e il 21 dicembre (solstizio invernale). Attualmente, in luoghi non raggiunti da reti elettriche o del gas, nei quali scarseggia ogni tipo di combustibile, sta diventando sempre più normale vedere all’opera le cucine solari: generalmente si tratta di dischi parabolici leggeri e smontabili, a volte semplicemente di parabole satellitari ricoperte di specchi, che perm

Mario Geymonat e il ritrovamento delle teorie perdute di Archimede

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EUREKA II, IL RITORNO (Andrea Mameli, L'Unione Sarda, 9 febbraio 2008) Matematica, fisica, geometria, astronomia, devono qualcosa al suo genio. Chi non conosce la spinta che porta il suo nome, quella che fa galleggiare una nave da 100 mila tonnellate?. O la storia degli specchi che diedero fuoco alla flotta romana nel 212 avanti Cristo. O la leva con la quale si potrebbe sollevare il mondo. O l'esclamazione Éureka! Archimede di Siracusa per questo, e molto altro, può essere considerato il più grande scienziato dell'antichità. Delle sue opere, scritte presumibilmente dopo il 240 avanti Cristo, alcune parti sono andate perdute. Ma recentemente alcuni testi, che si ritenevano scomparsi, stanno lentamente riaffiorando, grazie a nuove tecniche di analisi e restauro dei libri antichi. Un'accurata ispezione ai raggi X condotta all'Università di Stanford (in stretta collaborazione con il Walters Art Museum di Baltimora, Usa) nell'ambito dell'Archimedes Palimpsest Pr