"Il cielo in Galleria" Scienza e Arte esplorano l'Universo (L'Unione Sarda, 25 maggio 2009)
Quella sera del 30 novembre 1609, quando Galileo Galilei puntò il cannocchiale verso la Luna e notò che la sua superficie non era così liscia e perfetta come sembra, l’emozione per la scoperta fu sicuramente notevole. Ma nelle successive due settimane quelle osservazioni si trasformarono in un patrimonio da condividere: Galileo era un abile illustratore e fu la sua mano a disegnare gli splendidi acquerelli che compaiono nel Sidereus nuncius. Il libro, pubblicato a Venezia tre mesi dopo e diffuso in tutta Europa in 550 copie, rappresenta il primo esempio di ampia distribuzione del sapere scientifico. La lezione di Galileo, quindi, non si ferma alla necessità di superare l’apparenza (luna liscia, Terra immobile, diverse velocità di caduta dei corpi) con esperimenti e osservazioni in grado di dimostrare il contrario (la luna è piena di crateri, il nostro pianeta si muove, il martello e piuma toccano terra insieme), ma richiede anche la più ampia circolazione. E se la conoscenza non si co