La bambina che scopre le stelle (Cultura, L'Unione Sarda, 6 gennaio 2011)


Aurora Gray, 10 anni, individua la Supernova 2010lt. E i baby scienziati aumentano 

Aurora Kathryn Gray è una bambina canadese di 10 anni. Durante le vacanze di Natale stava coltivando la sua passione preferita: osservare le stelle. Non lo faceva al telescopio ma dallo schermo del computer: come tante altre volte il suo compito era confrontare, con l'aiuto di un programma, vecchie foto di una galassia lontana con immagini recenti. Lo scopo? Trovare eventuali differenze, come le tracce dell'esplosione di stelle di grandi dimensioni giunte alla fine della loro vita: le supernove. Il 2 gennaio Kathryn stava dedicando la sua attenzione alla galassia UGC 3378, distante 240 milioni di anni luce dal nostro pianeta, quando ha scoperto un puntino brillante. Ha chiamato il papà, appassionato come lei di osservazioni astronomiche, e insieme hanno escluso possibili errori di interpretazione. La scoperta è stata prontamente confermata da due astronomi indipendenti e classificata ufficialmente come Supernova 2010lt. In questo modo Kathryn conquista il titolo di più giovane cacciatrice di supernove. Il 22 dicembre 25 ragazzini inglesi di età compresa fra 8 e 10 anni hanno conquistato un altro primato: sono stati i più giovani a pubblicare su una rivista scientifica “peer-review”, di quelle cioè che richiedono di superare il severo controllo di un comitato di revisori dei testi. Il mensile “Biology Letters”, controllato dalla serissima Royal Society, ha dato spazio a un articolo scritto dai bambini della scuola elementare di Blackawton. Avete letto bene: gli autori dell'articolo scientifico non lavorano in un centro di ricerca ma frequentano la scuola elementare. Non era mai successo prima. Come è stato possibile? Il neuroscienziato del London University College, Beau Lotto, accogliendo la richiesta della scuola, ha organizzato alcune esperienze di laboratorio dedicate allo studio del bombo. A partire dai dati e dalle osservazioni i bambini hanno posto interrogativi, formulato ipotesi e schematizzato possibili risposte. E così questo studio, dedicato alla percezione dei colori negli occhi dell'insetto, potrà rappresentare un punto di partenza per altri studi. I bambini hanno addestrato i bombi a individuare gli obiettivi colorati. Gli esempi di attività scolastiche in campo scientifico non sono una novità. Di nuovo vi è il coraggio di osare di più. E la possibilità di far conoscere rapidamente l'esperienza. Come nel caso dei bambini di un'altra scuola inglese protagonisti del lancio di una “patata travestita da Babbo Natale” con una slitta-razzo chiamata Spudnik2, legata a un pallone areostatico e a una telecamera. La patata ha raggiunto 27 mila metri e le riprese spopolano su Youtube. Sbaglia chi sospetta che dietro queste esperienze si nasconda il tentativo di creare piccoli scienziati: affrontare il metodo sperimentale serve a educare alla comprensione del mondo. Scusate se è poco. 
ANDREA MAMELI

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