Alice nel paese delle domande. I fisici a convegno a Cagliari (L'Unione Sarda, Cultura, 3 giugno 2012)

Per trovare risposte alle domande fondamentali, di cosa siamo fatti e da dove veniamo, la scienza non ha bisogno solo di cervelli, di lavagne e di tecnologie. È indispensabile anche il confronto, tipico dei laboratori di ricerca e dei convegni, attraverso il quale possibile l'evoluzione del pensiero e degli strumenti che servono a misurare la teoria con la realtà della materia. Come è accaduto a Cagliari nei giorni scorsi, in occasione della conferenza internazionale “Hard Probes 2012”, organizzata dall'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dall'Università. Un confronto di altissimo livello tra fisici teorici e sperimentali, conrisultati diretti che si vedranno presto nelle ricerche, ma vi sono già enormi ricadute nello sviluppo di nuove sofisticate tecnologie e, in anni successivi, anche negli oggetti di uso quotiano. In fondo, da dove vengono alcuni tra i sistemi diagnostici più sofisticati, come la Pet - e lo stesso World Wide Web - se non dagli esperimenti del Cern? Ma forse la sfida più avvincente è quella che si gioca sul piano della conoscenza, per rispondere a domande importanti: cosa è successo immediatamente dopo il Big Bang? Perché gli oggetti pesano? Paolo Giubellino, portavoce dell'esperimento ALICE al Cern di Ginevra, spiega perché questi studi non dovrebbero interessare solo gli addetti ai lavori: «Quella che si è svolta a Cagliari è una delle più importanti conferenze internazionali per la fisica che studia la struttura della materia. Noi cerchiamo di capire cosa origina la massa dei corpi. E per farlo stiamo scandagliando sempre più in profondità dentro l'atomo». 
In che modo?
«Il nostro viaggio verso l’origine dell’universo ci riporta a 10 milionesimi di secondo dalla sua nascita, avvenuta circa 14 miliardi di anni fa. Stiamo tendando di ricreare queste condizioni dentro l’acceleratore di particelle più grande del mondo, con i suoi 27 km di circonferenza, al confine tra Francia e Svizzera. Per farlo mandiamo a scontrarsi tra di loro i nuclei di atomi pesanti, fino a formare una goccia di materia 100 mila volte più calda del nucleo delle stelle più calde, la quale si espande e si raffredda aiutandoci a svelare l’evoluzione dell'universo e la struttura della materia». 
Come affrontate la sfida della grande mole di dati generati dagli esperimenti? 
«Con la mobilitazione di risorse sparse per il mondo. In altre parole non servono più computer giganteschi ma un enorme numero di computer di dimensioni normali. Questa gestione delle risorse di calcolo distribuite ci ha portato a fare uso di 30 mila computer sparsi in 35 Paesi per contenere i dati dell'esperimento Alice. La filosofia è quella della Grid, ispirata alla rete di distribuzione elettrica». 
Chi ha partecipato al convegno? 
«Ricercatori provenienti dalle più importanti istituzioni scientifiche del pianeta come MIT, Yale, Cambridge, École Polytechnique di Parigi». 
Perché a Cagliari? 
«Perché è una scuola di fisica di altissimo livello e il comitato internazionale che sceglie le sedi del convegno Hard Probes, severo come quello che sceglie le sedi delle Olimpiadi, ha guardato a queste caratteristiche, più che alla bellezza del luogo e alla cucina, peraltro apprezzate. Il fatto che scienziati provenienti da Cagliari si siano affermati all'estero, come Luciano Musa che ora è ricercatore al CERN, conferma questa osservazione». 
Il gruppo di Cagliari conta attualmente una dozzina di persone tra ricercatori, dottorandi e post-doc e ha un ruolo di primo piano nell’esperimento Alice al CERN di Ginevra. Tra questi il coordinatore dei lavori della conferenza, Gianluca Usai, Università di Cagliari e INFN, dal 2005 al 2011 portavoce di un importante esperimento del Cern, precursore di Alice: «Per la riuscita dell'iniziativa è stato determinante il sostegno economico della Regione, con l'Assessorato alla Programmazione. Abbiamo così potuto invitare 40 giovani ricercatori da varie parti del mondo che altrimenti non avrebbero potuto partecipare. Particolarmente apprezzata anche la trasmissione della conferenza in video streaming, grazie a Tiscali, che ha permesso a una trentina di fisici di seguire da lontano i lavori del congresso. Questo servizio sarà un modello per le prossime edizioni del convegno». 
Andrea Mameli 
L'Unione Sarda, Cultura, 3 giugno 2012



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