Quelle perline della Roma Imperiale ritrovate a Kyoto. (L'Unione Sarda, Cultura, 3 Luglio 2012)

Gioielli romani del Quarto secolo ritrovati in Giappone. Per quanto possa apparire strano non è uno scherzo. La scoperta è avvenuta veramente: a Nagaoka, località non distante dall'antica capitale Kyoto. Le perline, grandi appena 5 millimetri, hanno un foro centrale e sono realizzate con la tecnica multistrato, tipica della Roma Imperiale: fra due strati di vetro si nota la foglia d'oro tipica di quel tipo di lavorazione. Inoltre le perle sono realizzate con il Natron, un sale naturale usato dagli egizi per facilitare l'imbalsamazione dei corpi, grazie alle sue eccellenti capacità di assorbimento dell'acqua. Le perle hanno un foro nel mezzo e sono realizzate fondendo due strati di vetro con una foglia d'oro nel mezzo. La scoperta appare indubbiamente clamorosa, visti i 10 mila chilometri che separano Roma da Kyoto. Ma a pensarci bene non è poi così eccezionale, specie se si pensa che il tragitto fino al Giappone può non essere stato coperto in un solo viaggio. E se le perline sono state realizzate a Roma nel Quarto secolo e poi conservate in una tomba un secolo dopo ci sarebbe stato tutto il tempo di coprire quella distanza, con i mezzi dell'epoca.
Abbiamo chiesto a Tomomi Tamura, ricercatrice del National Research Institute for Cultural Properties (cui dobbiamo la fotografia della perlina forata) di fornire qualche particolare del ritrovamento.
Quando avete trovato le perline?
«La tomba fu scavata nel 1988, ma non erano state condotte analisi accurate sui reperti. Noi abbiamo esaminato la composizione chimica dei vetri con la fluorescenza a Raggi X nel 2011 e abbiamo scoperto gli oggetti di vetro multistrato più antichi mai trovati in Giappone».
In che modo avete ricollegato le perline all'Impero Romano?
«Ci siamo basati su tre prove. Innanzitutto le perline in vetro multistrato con foglia d'oro all'interno sono realizzate con una tecnica molto raffinata sconosciuta nel Giappone antico. Abbiamo notizia di abbondanti ritrovamenti intorno al Mediterraneo, nel Mar Nero e in Asia occidentale. Poi il vetro di tipo Natron ha una composizione chimica molto precisa, indicata dai nostri strumenti con accuratezza. Infine abbiamo trovato tracce di antimonio. L'antimonio veniva usato frequentemente nell'Impero Romano per decolorare il vetro. Queste perle di vetro che abbiamo trovato nella sepoltura a tumulo di Utsukushi sono degli inizi del secolo quinto, un periodo abbastanza aderente a quello dell'Impero Romano. Dato che l'uso di antimonio è diminuito dalla fine del quarto secolo, siamo portati a concludere che le probabilità che questi oggetti siano stati creati da artigiani dell'Impero Romano, di quel periodo, è estremamente elevata».
Avete in programma altri studi?
«Intendiamo condurre analisi chimiche di altre perle in vetro multistrato trovate in Giappone, circa 200, delle quali finora ne sono state analizzate una dozzina. Vogliamo cercare gioielli simili nella Penisola coreana e, se possibile, anche in Europa».
Cosa significa aver scoperto questo piccolo gioiello romano in una tomba giapponese?
«Troppo presto per dirlo. Di certo c'è la distanza tra Roma e l'antica capitale Kyoto: 9710 km».
Andrea Mameli, L'Unione Sarda, pagina della Cultura, 3 Luglio 2012

Commenti

Ignazio ha detto…
Complimenti Andrew, articolo muy interesante
Ignazio ha detto…
E comunque il 'gioiello' è un toroide!

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