Perché il gelato piace tanto? Piacere multisensoriale o sensazione ancestrale?

Secondo alcuni studi il gelato è molto gradito agli adulti perché ricorda il piacere provato da bambini di fronte al primo cono o al primo ghiacciolo. Ma allora perché piace ai bambini? Secondo me l'esperienza del freddo dolce richiama qualcosa di ancestrale, forse un pasto molto antico.
Ma forse l'elevato gradimento per il gelato dipende più dalla multisensorialità di questa particolare esprienza gastronomica. Attrae già dall'aspetto, talvolta dall'odore, e si fa amare per il sapore e per la sensazione di fresco, ma anche per la sua consistenza cremosa che a volte contrasta piacevolmente con gli inserimenti croccanti di biscotti, frutta secca, cereali, scaglie di cioccolato.
Lo so, statisticamente può non essere un dato significativo, ma fino a oggi non ho ancora incontrato una persona che affermi di non amare il gelato.
Ma non ho mai osservato (anche qui senza pretesa di dare valore statistico alla mia affermazione) dipendenza dal consumo di gelato. Eppure lo studio dell’Oregon Research Institute pubblicato il 5 Gennaio 2012 nell'edizione online dell’American Journal of Clinical Nutrition nel quale viene dimostrato che il consumo di gelato può essere portare a una forma di dipendenza, ha generato nella stampa le solite reazioni. Con questo genere di titoli: "Gelato crea dipendenza", "Il gelato crea dipendenza come la droga", "Gelati come cocaina", "Drogarsi con il gelato". Esagerati! Basta leggere le premesse e le conclusioni della ricerca ("Frequent ice cream consumption is associated with reduced striatal response to receipt of an ice cream–based milkshake", di Kyle S Burger e Eric Stice) per capire che è solo con un consumo eccessivo di gelato, indipendentemente dal peso corporeo, che si riduce la risposta di una regione celebrale preposta al piacere e in tal caso, ma solo in tal caso, si genera una tolleranza, legata alla dipendenza: in altre parole è necessaria una quantità sempre maggiore di gelato per produrre le originarie sensazioni di piacere.
La ricerca ha coinvolto 150 ragazzi e ragazze tra 14 e 16 anni ai quali è stata fatta consumare per una settimana una crema di gelato al cioccolato. La settimana successiva il cervello dei partecipanti allo studio è stato sottoposto alla Risonanza Magnetica Funzionale mentre veniva fatta osservare una fotografia del gelato. I risultati dello studio dimostrano che un consumo notevole (in quantità e frequenza) di gelato porterebbe, nonostante l'aumento del desiderio, a una graduale attenuazione del segnale inviato al cervello, come accade nell'assuefazione alle droghe.
Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it
(nella foto un gelato squisito, con fragole e cialda, consumato all'Hotel Villa Madruzzo di Trento, Agosto 2012)
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