Il Disco di Festo, il Codex Rohonc e gli altri enigmi (L'Unione Sarda, 19 settembre 2012)

Quotidiano L'Unione Sarda, mercoledì 19 settembre 2012 - Cultura (Pagina 43)

La scrittura ha reso possibile, per la trasmissione della conoscenza, la storia. Ma perché una lingua possa manifestare la sua potenza è necessario conoscerla. Se non si conoscono testi con traduzione a fronte, come nella stele di Rosetta, la sfida diventa disperata. Un esempio è la scrittura del popolo della Valle dell'Indo, la civiltà di Harappa, dal nome del primo sito scoperto nel 1857, che ci ha lasciato circa 400 segni e simboli senza spiegazione. Diverso il caso dell'alfabeto Merolitico, scoperto nel deserto del Sudan: il complesso di simboli fu decifrato nel 1909 da Francis Llewellyn Griffith grazie a una traduzione in greco scolpita in un santuario ma il significato resta quasi del tutto incomprensibile.
Altro rompicapo archeologico è la lingua Rongorongo, rinvenuta sull'isola di Pasqua: pittogrammi di piante e animali, alcuni dei quali scomparsi prima dell'arrivo degli europei, nel 1700. Altra isola (Creta) e doppio enigma. Il Disco di Festo (1700 a. C. e rinvenuto nel 1908) è una piastra circolare di terracotta con 241 simboli, 45 dei quali unici, raffiguranti oggetti e animali. Alcuni ritengono che non esista materiale sufficiente per un'analisi significativa. Il secondo rebus di Creta di chiama “Lineare A” e rappresenta la chiave per decifrare testi dell'era minoica, in uso intorno al 1900 a. C.
Anche l'Ungheria conserva due segreti: i simboli Vinca, scoperti nel 1875, e ritenuti da alcuni la più antica forma di scrittura, e il Codex Rohonc, scoperto nel XVIII secolo, con 448 simboli completamente sconosciuti. Misteriosi anche il Liber Linteus, un telo di lino usato come fasciatura per una mummia egizia e poi come quaderno per appunti in etrusco, e il manoscritto Voynich, scoperto nel 1912, e datato XV secolo, pieno di simboli immersi in affascinanti illustrazioni di animali immaginari. Resistono alla decifrazione alcune lingue precolombiane come l'olmeca, l'epi-olmeca e la zapoteca. Scoperte accompagnate da polemiche, anche perché non possiamo escludere che secoli fa si prendessero gioco di noi inventando qualcosa che… scrittura non era.

Andrea Mameli
(L'Unione Sarda, 19 settembre 2012)

Commenti

Post popolari in questo blog

Ogni cosa è collegata: Gabriella Greison a Sant'Antioco il 24 giugno (e non è un caso)

La tavoletta di Dispilio. Quel testo del 5260 a.C. che attende di essere decifrato

Solar system genealogy revealed by extinct short-lived radionuclides in meteorites. Astronomy & Astrophysics, Volume 545, September 2012.