Ripartire dai bambini per capire e far capire i legami tra salute e ambiente. I risultati di una ricerca internazionale.

Se è vero, come sostengono numerosi studi longitudinali, che i bambini sono colpiti - in una percentuale che oscilla fra il 25% e il 40% - da patologie causate da fattori ambientali rispetto alla pressione complessiva degli eventi patologici, e che tra queste patologie il 43% ricade sui bambini di età inferiore ai cinque anni, allora il loro coinvolgimento nelle campagne di informazione e di prevenzione è più che giustificato. Tuttavia, nonostante i bambini siano le principali vittime degli effetti dell’inquinamento, attualmente non esistono studi che coinvolgono direttamente questa fascia d'età. Per esempio per valutando le loro preferenze in campo ambientale e rendendoli partecipi del processo di costruzione delle politiche pubbliche.
Per queste ragioni lo studio Respiriamo la Città che sarà presentato il 13 Dicembre a Napoli (Città della Scienza) costituisce un brillante esempio di coinvolgimento dei minori, a dimostrazione che anche i più piccoli sono in grado di esprimere le loro preferenze sui rischi ambientali.
Si tratta di un progetto pilota che intende costruire una solida base scientifica per realizzare una vasta indagine sulla percezione e la valutazione del rischio ambientale, con la partecipazione diretta dei bambini e dei loro genitori.
Con questa ricerca non sono state indagate solo le modalità di rappresentazione del rischio, ma è stata individuata anche l’età a partire dalla quale si puà assumere che di abbia chiara comprensione del valore di scambio tra oggetti diversi, articolando l’indagine in tre aree d’interesse:
  1. legame ambiente e salute
  2. malattie associate a fattori di inquinamento atmosferico
  3. concetto di rischio
  4. corrispondenza fra oggetti e valori monetari
Questa prima fase dedicata ai bambini, di età fra 7 e 13 anni, è servita a comprendere da che età e in che misura essi comincino a essere padroni delle nozioni di base necessarie per dare un contributo diretto e attivo nella valutazione economica dei rischi ambientali. Più precisamente:
  1. comprensione delle malattie associate a fattori di inquinamento atmosferico attraverso l’utilizzo di vignette e fumetti (comprensione e livello di conoscenza delle principali malattie respiratorie: asma, allergia, bronchite e comprensione del tipo di immagini fornite)
  2. comprensione dei concetti di rischio e di probabilità (percezione del rischio ambientale nei bambini)
  3. comprensione della nozione di corrispondenza fra oggetti e valori monetari (per poter passare alla successiva fase di ‘misura’ dei rischi)
Alcuni risultati: più del 90% dei bambini ha risposto che la priorità più alta a Napoli deve essere data al mantenimento di strade sgombre dai rifiuti; l’80% dei bambini ritiene che respirare aria pulita sia fondamentale perché “la salute è la prima cosa”. Dai disegni emerge cheessun bambino ha rappresentato l’immagine di Napoli da cartolina con il mare azzurro, il sole e il golfo.

Il progetto: “Respiriamo la Città” nasce da una collaborazione fra l’università inglese “London School of Hygiene and Tropical Medicine”, l’Istituto di Fisiologia Clinica (IFC) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Pisa e il Laboratorio di Psicologia Sperimentale della Università Sant'Orsola Benincasa (UNISOB) di Napoli.

Persone coinvolte: Carla Guerriero (Economista sanitario); John Cairns (Economista sanitario); Fabrizio Bianchi (Epidemiologo ambientale); Liliana Cori (Antropologa); Sabina De Rosis (Comunicatrice ambientale ed economista); Antonella Brandimonte (Psicologa); Pietro Greco (Giornalista scientifico); Federica Manzoli (Sociologa).

Il gruppo è affiancato dal disegnatore Andrea Accennato, il quale utilizza il linguaggio dei fumetti per facilitare la comprensione delle patologie legate all’inquinamento atmosferico, l’economista Gennaro de Gabriele, laureando in economia alla Federico II, e la psicologa Marianna Malgieri.

Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 11 Dicembre 2012

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