Ambiente ed energia: tutte le contraddizioni dell'era del petrolio.

«L'energia? Costa troppo poco!»
Sceglie di spiazzare il pubblico, Mario Tozzi, venerdì sera, aprendo il convegno “Il futuro dell’energia”, organizzato da Sardegna Ricerche a Cagliari. Ma lo smarrimento dura poco: «Provate a tradurre i vostri consumi in forza muscolare umana. Nelle vosre case servirebbero 30 persone, negli Usa anche 100. Costerebbe molto di più di quanto paghiamo elettricità e gas ogni bimestre. Tutto sommato la paghiamo meno di quanto dovremmo, l'energia, specie nella sua forma più pregiata: quella elettrica».
Mario Tozzi ha dialogato per quasi due ore con il giornalista scientifico Mauro Scanu, esaminando senza peli sulla lingua le contraddizioni dell'era del petrolio: «Nel prezzo di un litro di benzina mancano del tutto i costi per ripulire l'ambiente e per curare le malattie provocate dai gas di scarico: i combustibili fossili non si fanno carico dei costi sociali. Il problema è che, eccettuata la guerra, non esiste forma di guadagno più redditizia, e inquinante, del petrolio. Per non parlare del nucleare: non sapremo mai i costi delle centrali atomiche, anche perché nessuno ha risolto il problema delle scorie».
Definito cosa intendiamo per energie rinnovabili - non dipendono da un combustibile, sono perenni e non inquinano - Tozzi ha poi passato in rassegna le fonti: eolica, fotovoltaica, geotermica, idroelettrica, solare a concentrazione e termosolare. E i biocarburanti? «Il problema delle biomasse è, come per le rinnovabili propriamente dette, non sottrarre territorio all'agricoltura».
A Mario Tozzi, geologo del CNR e brillante divulgatore scientifico - che da qualche anno non usa più l'automobile - abbiamo chiesto qual'è il futuro dell'energia. «La situazione sembra stagnante, ma in realtà non è così. Siamo in un'ea di transizione. La storia dell'energia è fatta di fonti che hanno sostituito le precedenti perché pià pratiche o più economiche. Prima c'erano i muscoli, poi il fuoco da legno, poi il carbone, infine il petrolio. Ora toccherà alle fonti rinnovabili e all'idrogeno, come vettore energetico, compiere la svolta decisiva. Mi chiedo quanto ancora sopporteremo lo scempio alla salute e all'ambiente di continuare a consumare petrolio. Ma ora c'è la crisi economica che impone una riduzione dei consumi: la transizione è iniziata con il miglioramento dell'efficienza e la riduzione degli sprechi».
Ma che cosa significa concretamente investire nel cambiamento? «Dato che i soldi son pochi bisogna toglierli da un'altra parte. Per esempio dagli assurdi programmi di trivellazione, che a quanto so minacciano anche la Sardegna. Non possiamo continuare a investire sul vecchio. Io punterei sulle rinnovabili a taglia ridotta, casa per casa, condominio per condominio».
La conferenza era il primo appuntamento di una rassegna finanziata dall'assessorato regionale alla Programmazione, che comprende sette incontri tra il THotel e la Mem, fino al 15 giugno. Le prossime conferenze: il 16 Maggio (“C’è ancora bisogno dei vaccini?”, con Rino Rappuoli, intervistato da Elisabetta Tola) e l'8 Giugno (“I cacciatori del bosone di Higgs”, con Guido Tonelli che dialoga con Nicola Nosengo).
Andrea Mameli
Articolo pubblicato nella pagina della Cultura del quotidiano L'Unione Sarda il 14 Aprile 2013

Commenti

Unknown ha detto…
Esattamente quello che penso da anni. Ma d'altronde appena inizi a chiedere scopri che nessuno sarebbe disposto a pagare di più "solo" per l'ambiente.

Non sono d'accordo invece sul futuro dell'idrogeno, o perlomeno resto scettico.

Sui biocarburanti il problema è così complesso che è quasi meglio non menzionarli nemmeno. Fosse solo la competizione con l'agricoltura il problema!
Anonimo ha detto…
Sono d'accordo con Mario Tozzi, la soluzione é il risparmio e l'autoproduzione casa per casa o azienda per azienda.

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