Ombre azzurre. Vorrei vederle con le rotoballe.

Una serie di 25 opere, dipinte tra il 1889 e il 1891 da Claude Oscar Monet. Una meticolosa analisi del comportamento della luce. Un capolavoro di arte e scienza. Sono i covoni di grano, ritratti “en plain air”, con i quali Monet riesce a fissare sulla tela una caratteristica (non molto nota): le ombre colorate.
Ieri sera ho provato a immortalare, queste ombre colorate, ma senza successo. Non ho trovato i covoni, ma le rotoballe: decine e decine di rotoballe visibili dalla statale 195, attendevano il mio scatto. Niente da fare: ombre nere. Ma ovviamente non finisce qui: le ombre azzurre saranno la mia ossessione fotografica di quest'estate!
Rotoballe al tramonto. Sardegna. Agosto 2013. Foto: A. Mameli
Già che ci siamo perché non proviamo a capire cosa sono queste ombre colorate? Immaginiamo la luce del sole come una raffica di cariche elettriche oscillanti o come una mitragliata di molle in forte agitazione. E immaginiamo la reazione delle molecole dell'aria quando vengono colpite da questa raffica: spaccano le molle in tante molle più piccole che vengono sparpagliate in tutte le direzioni, anche se la raffica principale continua la sua corsa nella direzione originale. Questo sparpagliamento non è altro che la diffusione della luce in tutte le direzioni. Possiamo anche immaginare che l’efficienza di questo processo possa essere in qualche modo legata all’accelerazione delle cariche.
Campo con rotoballe al tramonto. Sardegna. Agosto 2013. Foto: A. Mameli
Questo fenomeno, visto con gli occhi della luce, cresce enormemente all'aumentare della frequenza della luce stessa. Ma scrivere che la luce blu viene diffusa in tutte le direzioni perché ha una frequenza elevata esprime un significato preciso solo per chi ha studiato la fisica della luce. Si ha maggiore familiarità con il concetto di frequenza elevata nel caso delle onde sonore: i suoni bassi corrispondono alle basse frequenze e gli acuti alle alte frequenze. Ora, dato che la lunghezza d'onda è l'inverso della frequenza, se scrivo che la luce blu è quella con lunghezza d'onda più piccola, probabilmente è più facile intuire che la luce di quel colore interagisce di più con con l'atmosfera. In altre parole gli effetti di interazione tra la luce e le particelle che compongono l'atmosfera dipendono dalla lunghezza d'onda della luce e dalle dimensioni delle particelle sulle quali essa si scontra. Per questo il blu è il colore che viene diffuso di maggiormente degli altri. Questo processo (chiamato “scattering di Rayleigh”) spiega il colore del cielo nelle diverse fasi della giornata. Lo scattering di Rayleigh è anche responsabile del "rosso di sera": la luce rossa riesce a superare le particelle atmosferiche più piccole e prosegue la sua corsa senza cambiare direzione. La lunghezza d'onda della luce blu, al contrario, ha dimensioni confrontabili con quelle delle molecole d'aria, di vapore e di polvere e viene sparpagliata in tutte le direzioni. Nel 1911 fu Albert Einstein a riconoscere in queste molecole i veri responsabili del fenomeno della diffusione.
Monet ha lavorato analogamente anche su un altro soggetto, molto diverso dai covoni per tipologia e complessità. Ne ho sentito parlare per la prima volta a Cagliari, nel 2006, quando il fisico Paolo Di Trapani venne illustrare il lavoro svolto da Monet dal 1892 al 1894: i 50 dipinti che ritraggono la cattedrale di Rouen.
Monet: La cattedrale di Rouen.
Di Trapani illustrò il fenomeno su invito dall'associazione culturale Tascusì (di Rossana Luisetti) e alle parole affiancò splendide immagini e un'intera mostra Di luce in luce (divisa in tre stanze: Il colore del cielo, La luce del cielo e del sole, La luce nell'arte). Ringrazio Paolo per la sua opera di divulgazione (che a distanza di 7 anni mi affascina ancora) e Rossana per aver organizzato quella straordinaria manifestazione: Art&Scienza.

Andrea Mameli Blog Linguaggio Macchina 8 Agosto 2013

P.S. Dopo aver letto questo post Rossana Luisetti mi ha spedito una foto che ritrae rotoballe francesi, scattata a metà mattina il 30 Giugno 2013 (in Provenza). Anche in questo caso le ombre appaiono nere. 
Ma ora l'idea è di aprire la caccia all'ombra azzurra: speditemi le vostre foto all'indirizzo del blog Linguaggio Macchina: blog.linguaggio.macchina@gmail.com specificando il nome di chi l'ha scattata, la data e il luogo.
Rotoballe provenzali. Foto: Rossana Luisetti.



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