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Visualizzazione dei post da agosto 25, 2013

Chewingum sul marciapiede? Riciclare o decorare.

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Chewingum sul marciapiede, metafora di maleducazione urbana: aderisce facilmente, è molto difficile da eliminare e spesso finiamo per abituarci. Ma se prestiamo attenzione noteremo subito una quantità impressionante di queste patacche, che aderiscono in maniera foidabile al suolo. In Gran Bretagna è stato calcolato che ogni anno 3 miliardi e mezzo di gomme vanno a finire nei marciapiedi (30 mila solo a Oxford Street, nel centro di Londra). Sono così nate alcune iniziative che puntano a trasformare le gomme in qualcos'altro. Tre anni fa Anna Bullus ha pensato di riciclare la gomma masticata: dalle patacche si può ricavare un polimero chiamato BRGP (Bullus Recycled Gum Polymer). Con questa sostanza la società di Anna Bullus, la Gumdrop Ldt , ha costruito i primi raccoglitori, sperimentati in alcune strade di Londra nel 2010. Nel 2011 un aeroporto è stato dotato di raccolitori di gomme masticate: Southampton Airport recycles chewing gum . Il 6 Agosto di qust'anno la citt

Concorso: Energie Rinnovabili per le Isole Minori e le Aree Marine Protette

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L'Associazione Marevivo, il Centro di Ricerca Interdisciplinare Territorio Edilizia Restauro Ambiente dell’Università di Roma La Sapienza, l’ENEA, il GSE (Gestore dei Servizi Energetici, il Ministero per i Beni e le Attività culturali (Direzione generale per il paesaggio, le belle arti, l'architettura e l'arte contemporanee) e il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, promuovono il concorso internazionale "Sole, vento e mare. Energie rinnovabili e paesaggio" . Obiettivi : generare idee e proposte progettuali su componenti e sistemi impiantistici mirati all’efficienza, al risparmio energetico e all’utilizzo delle fonti di energia rinnovabili con applicazione in contesto ambientale, paesaggistico nonché socioculturale proprio delle isole minori italiane e delle aree marine protette in un’ottica di sviluppo sostenibile. L'intento principale deve essere quello di far convivere i sistemi per la produzione di energia elettrica e termic

Organismi unicellulari indicatori dell'inquinamento. Il caso dei foraminiferi bentonici nel Golfo di Cagliari.

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I foraminiferi bentonici sono organismi eucarioti marini dotati di un guscio che può raggiungere dimensioni eccezionali per un organismo unicellulare (fino a 11-14 cm di diametro). Questi piccoli organismi rappresentano una componente importantissima della meiofauna. I foraminiferi bentonici vivono nei fondale marini e oceanici mentre i foraminiferi planctonici abitano la parte superiore dei mari e degli oceani. In anni recenti si è scoperto che i foraminiferi bentonici possono essere utilizzati come bioindicatori dei livelli di inquinamento dato che sono molto sensibili alle variazioni di temperatura, di quantità delle sostaze di cui si nutrono, dei livelli di ossigeno e altro. I foraminiferi bentonici sono anche eccellenti indicatori della profondità degli ocean. Ecco due ricerche pubblicate recentemente, in merito alle sostanze inquinanti del Golfo di Cagliari rilevate grazie a foraminiferi bentonici . Buosi C., Cherchi A., Ibba A., Marras B., Marrucci A., Schintu M

In uno studio dell'ICGEB la prima immagine 3D di cellule infettate dal virus dell'encefalite da zecca

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La scienza si fa, e si comunica, anche grazie alle immagini. E se oggi abbiamo un'immagine di cellule umane infettate dal virus dell'encefalite da zecca la dobbiamo alla tecnologia (la tomografia elettronica) e ai ricercatori: il gruppo di Virologia Molecolare del Centro Internazionale di Ingegneria genetica e Biotecnologie (AREA Science Park di Trieste) guidato da Alessandro Marcello, in collaborazione con Ralf Bartenschlager (Università di Heidelberg ). Cellule umane infettate dal virus TBE (in verde le membrane del reticolo endoplasmatico; in giallo le vescicole replicative indotte dal virus; in rosso i virioni formati). Questa splendida immagine è stata utilizzata per disegnare la copertina della rivista Journal of Virology (agosto 2013) nella quale è stato pubblicato lo studio "Three-Dimensional Architecture of Tick-Borne Encephalitis Virus Replication Sites and Trafficking of the Replicated RNA" , firmato da: Lisa Miorin, Inés Romero-Brey, Paolo Maiu

MySmartEye e crowdsourcing. Quando gli occhi del nonvedente sono quelli dei volontari in rete

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MySmartEye è un servizio per nonvedenti basato sulla potenza del crowdsourcing. Lo propone StarHub , compagnia di telefonia mobile di Singapore, e f unziona così: l'utente (nonvedente o ipovedente) segnala una foto e la comunità di volontari (vedenti) interviene fornendo l'interpretazione verbale. L'app, disponibile per Android e iOS, è stata sviluppata d'intesa con l'associazione dei disabili visivi: Singapore Association of the Visually Handicapped . Andrea Mameli Blog Linguaggio Macchina 27 Agosto 2013 StarHub empowers visually and hearing impaired with MySmartEye, SmartBuddy Singapore, 27 August 2013 StarHub has always believed in empowering the challenged and its latest innovation will help the blind ‘see’. By uniting technology and crowdsourcing, StarHub has developed an award-winning mobile app, MySmartEye, which allows the visually impaired to connect to a worldwide community of micro-volunteers, who then lend them their power of sight. Micr

Il Braille Phone: lo smartphone con lo schermo aptico

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Il prototipo del cellulare-Braille - sviluppato da Sumit Dagar all'interno dell'incubatore CIIE ( Centre for Innovation Incubation and Entrepreneurship ) - utilizza una lega a memoria di forma (shape memory alloy) che permette di riprodurre i codici alfanumerici del Braille in tempo reale e disegna le figure rilevate dalla telecamera. In altre parole il Braille Phone traduce i segni grafici che compaiono sullo schermo dello smartphone in sensazioni tattili, come una vera e propria interfaccia aptica . Abbiamo trattato questo tema su Linguaggio Macchina il 10 Marzo 2013 ( Mappe per nonvedenti: logica evoluzione delle interfacce aptiche ): si trattava di un'applicazione in grado di rappresentare le mappe a livello tattile . A giudicare dai dati forniti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, per il 2012, il Braille Phone , potrà essere molto utile: le persone con gravi problemi di vista erano 285 milioni , di cui 39 totalmente ciechi e 246 ipovedenti. Andrea

Una risata NON vi seppellirà. Chi ride può campare più di cent'anni.

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Due delle caratteristiche che maggiormente mi colpiscono, nella mia prozia Consolata Melis (106 candeline il 22 Agosto 2013) , sono il suo senso dell'umorismo e la propensione a trovare i giusti tempi per le battute. C'è più di un aspetto che mi incurisce: come si acquisisce la capacità di scatenare la risata negli altri? Come si conserva il senso dell'umorismo? E poi: quanto conta ridere, per vivere bene? Quali sono le correlazioni tra risata e longevità? Prima o poi troverò risposta anche a questi miei interrogativi. Molti studi indicano nella risata un antidoto contro le malattie del sistema cardiovascolare, come questo di Michael Miller: "The Effect of Mirthful Laughter on the Human Cardiovascular System" ( Med Hypotheses, 2009). Mi incuriosisce molto anche come si forma (e come si mantiene) l'atteggiamento adatto alla battuta, quella tensione, che ho visto molto chiaramente in Zia Consola, che prepara allo scoppio di risate. C'è poi qualcosa d

L'Unione Astronomica Internazionale ha deciso: chiunque potrà battezzare un corpo celeste.

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SRT. Foto: Andrea Mameli L'attribuzione del nome di stelle e pianeti è stata gestita dall'Unione Astronomica Internazionale (IAU) in base a regole molto rigide. Per i pianeti e le lune del sistema solare i nomi sono quelli della mitologia greca e romana. Nel 1919 la IAU ha nominato una commissione per normalizzare le nomenclature lunari e marziane (montagne, crateri, valli, ecc.) e il primo elenco sistematico per la luna risale al 1935. Per i pianeti al di fuori del sistema solare si utilizzano combinazioni di lettere e numeri. Il nome delle supernove è formato dall'anno della scoperta seguito da una o due lettere. Qualcosa però sta cambiando. Il 14 Agosto 2013 l'Unione Astronomica Internazionale ha reso disponibile il documento "Public Naming of Planets and Planetary Satellites: Reaching Out for Worldwide Recognition with the Help of the IAU" scaricabile in formato PDF (128 KB) nel quale il pubblico viene invitato apertamente a partecipare alla deno