A proposito del cosiddetto "codice degli zingari"

"Le notizie false... nascono certamente spesso da osservazioni individuali inesatte o da testimonianze imperfette, ma questo infortunio iniziale non è tutto e in realtà in se stesso non spiega nulla. L'errore si propaga, si amplifica e vive solo ad una condizione: trovare nella società in cui si diffonde un brodo di cultura favorevole. In quell'errore, gli uomini esprimono inconsciamente i loro pregiudizi, odi, timori, cioè tutte le loro forti emozioni..."
(Marc Bloch)


Paolo Attivissimo ha scritto del cosiddetto "codice degli zingari" nel suo blog Antibufala nel 2005 e il blog Bufale un tanto al chilo nel 2008
Ma la cosa più gustosa intorno a questa storia mi sembrano i commenti al post Il “codice degli zingari” non è una bufala. Ecco le prove del 2010 nel blog L'universo in clessidra. Ne ho selezionato tre:
- «ragazzi io 2 anni fa feci una piccola incisione sulla mia porta per non farli rubare e 2 settimane fa mi hanno svaligiato l’appartamento… comunque anch’io ho citofono e corrimano delle scale marchiato piu volte»  
- «Ciao astamani dopo il servizio delle iene ho guardato il mio citofono e ho trovato scritto il mio cognom!!!! Qualcuno sa dirmi il significato? Ho provato a toglierlo ma non viene via!!! Vi prego aiutatemi a decifrarlo ho pauraaaa»
- «Siete un pochino ignoranti, perchè “K21″ significa Key21 che se voi cercate su internet invece di sparare ca***, vi accorgerete che è un acronimo dell’anzienda Key21, acronimo che usiamo noi sui citofoni per ricordarci i palazzi in cui siamo passati. Se andate su K21.it scoprirete che è un’azienda che lavora per Flyenergia e per Vodafone! Quindi evitate di attribuire quel tipo di acronimo ai codici zingari perchè noi siamo consulenti e con gli zingari non c’entriamo di certo!»  
P.S. In merito al "codice Key21" ho rintracciato anche questo: Ho trovato una strana scritta vicino la porta di casa
"C'è scritto Key21 in modo molto visibile. Mi sono preoccupata perchè tempo fa ho visto un servizio delle iene sui simboli degli zingari che compiono i furti negli appartamenti. Inoltre un paio di giorno fa mio marito "ha perso" un mazzo di chiavi di casa e questa scritta mi ha un po' impressionata. Abbiamo chiamato per farci sostituire la serratura, ma ci mettono un botto di tempo"


Va bene essere prudenti. Ma con prudenza!

:-)

Andrea Mameli
Blog Linguaggio Macchina
18 Agosto 2014 



Da "Umanità Nova" n. 23 del 27/7/77

A PROPOSITO DEL "CODICE DEGLI ZINGARI"

Compaiono e ricompaiono senza sosta, di anno in anno e anche più spesso, soprattutto all'inizio dell'estate, diffusi non si sa bene da chi; spesso sono diversi, ma il fine e i risultati sono gli stessi: devono rinfrescare paure e pregiudizi. E ci riescono egregiamente. Si spiega anche perché l'estate sia la stagione più propizia per il loro emergere dall'immaginario collettivo, tra chi lascia l'abitazione incustodita, per andarsene in villeggiatura e chi tiene aperte porte e finestre per far circolare l'aria. Si tratta del "codice dei segni" che gli "zingari" utilizzerebbero per indicare ai loro se una casa è scassinabile, se abitata da gente amichevole o generosa o da una donna sola; se è stata "ripulita" da poco; se è custodita da un cane o nelle vicinanze di carabinieri e forze di polizia; se è una fatica inutile entrarci perché non contiene niente di valore; se invece promette un ricco bottino; se è meglio andarci di notte, di mattina, di pomeriggio o di domenica; se gli inquilini si commuovono sentendo discorsi e invocazioni religiosi; se si tratta di un luogo sempre abitato e quindi da evitare; ecc.
Un "vocabolario" costituito quasi esclusivamente di lineette variamente disposte, inclinate, incrociate, parallele, di cerchi grandi e piccoli, ellissi, rombi, triangoli, ma non mancano lettere: con molto scarsa fantasia, N indicherebbe che si deve agire di notte e D di domenica, M la mattina e AM di pomeriggio.
La pubblicazione di questo presunto "codice" è avvenuta il 19 giugno scorso su "il Tirreno", in cronaca di Carrara, ma è significativa di una situazione ben più generale. Al quotidiano sarebbe giunto attraverso un volantino, attribuito alla polizia che, imbarazzata, ha però smentito. In realtà di codici come questo ne circolano più di uno e anche se si somigliano, non coincidono mai totalmente. Si potrebbe pensare per questo a un'origine francese; autorizza a pensarlo, tra l'altro, la sigla AM per indicare il pomeriggio (après-midi?). Il "codice" avrebbe varcato le Alpi per essere adottato, paradossalmente, in un territorio dove gli zingari non parlano francese. Il problema è che non parlano tra di loro neppure l'italiano (molti anzi, e proprio in questa zona, lo conoscono pochissimo) e nessuna delle parole che sarebbero richiamate dalle lettere sopra ricordate, hanno, nei loro vari dialetti presenti in questa zona, quelle iniziali. Perché dovrebbero darsi indicazioni che si deve supporre molto importanti, in una lingua che non è conosciuta da molti di loro e comunque è la loro seconda, quella che serve per comunicare con i non zingari?
Ma ci sono altri motivi per garantirci che non si tratta di un "codice autenticamente zingaro", ma che appartiene invece, come ogni altro simile e "autentico codice zingaro", alla dimensione dei pregiudizi e delle leggende metropolitane. Da una parte bisogna ricordare che la cultura degli "zingari" è "orale"; la loro scarsa scolarizzazione non dipende solo e tanto dal "nomadismo" (spessi si fermano per lunghi anni, proprio per mandare i figli a scuola, anche se poi non imparano quasi niente, neppure a leggere correttamente), ma proprio dalla strutturazione della loro mentalità orale che guarda con diffidenza la scuola e non sente il bisogno della scrittura e del fissare una memoria esterna, passato e realtà presente. Ben difficile credere che ricorrano ad una forma, sia pure primitiva, che richiede elementi di alfabetizzazione, di scrittura. D'altra parte la cosa è ancor meno credibile in concreto. A che fine dovrebbero gli zingari indicare ad altri che una casa è stata svaligiata da poco? E a che fine anche segnalarla come appetibile, col rischio che il colpo lo faccia qualcun altro? Un ladro qualsiasi, sedentario o no, che voglia svaligiare o far svaligiare una casa, non la indicherà certo con un sistema di segni così farraginoso e pericoloso. Grottesco immaginare uno "zingaro" che sbircia le case di un quartiere alla ricerca di questi "segni"; gli risulterebbe tutt'altro che facile passare inosservato, specie se dovessimo immaginarlo di notte, magari con un accendino acceso, nell'impresa impossibile di individuare questi "segni" poco "appariscenti". Non sarebbe molto più semplice e produttivo che gli eventuali complici gli indicassero il numero civico o gli descrivessero il luogo, l'edificio, ecc., o, magari, ce lo portassero prima del "colpo"?
[L'ARTICOLO COMPLETO]


Commenti

Anonimo ha detto…
Il codice risale al periodo fascista ed è stato sempre usato (oggi anche
da militanti di Forza Nuova e Lega Nord) per seminare odio e paura nei
confronti di Rom e senzatetto. Sembra che gli esseri umani, oltre che di
cibo, abbiano bisogno di nutrirsi di pregiudizi per sentirsi migliori gli
uni rispetto agli altri e per sentirsi parte di un gruppo sociale minacciato
da nemici immaginari...
Roberto Malini
(Fonte: testimonianze dirette di persone vissute nell'era fascista).

Post popolari in questo blog

Ogni cosa è collegata: Gabriella Greison a Sant'Antioco il 24 giugno (e non è un caso)

La tavoletta di Dispilio. Quel testo del 5260 a.C. che attende di essere decifrato

Solar system genealogy revealed by extinct short-lived radionuclides in meteorites. Astronomy & Astrophysics, Volume 545, September 2012.