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Visualizzazione dei post da gennaio 12, 2014

Weight and Weightlessness: arte e scienza tra peso e assenza di peso

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  Grazie a Marco Fulvio Barozzi ho scoperto questa meravigliosa serie di illustrazioni di Graham Booth : corredava i testi di Franklyn M. Branley (scrittore di scienza e direttore dei servizi educativi del Planetario Hayden di New York) del libro intitolato Weight and Weightlessness (Peso e assenza di peso). L'anno di pubblicazione - il 1971 - fa capire che questo splendido lavoro si collocava in un periodo molto particolare in ordine alla percezione collettiva del concetto di gravità. A due anni dal primo allunaggio la curiosità suscitata dal vedere alcuni uomini saltellare sul nostro satellite naturale era ancora alta. E richiedeva una forma di elaborazione collettiva particolarmente raffinata: le parole che spiegano razionalmente il fenomeno affiancate da immagini dal forte impatto emotivo.    

Alessandra Guigoni: tra l'etnografia del cibo e l'antropologia della comunicazione

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Un giorno dovevo scrivere un articolo in cui c'entrava in qualche modo lo zafferano. Cercando qualche notizia in rete e mi capitò sotto gli occhi questo post: L’estate di San Martino e i fiori di zafferano di San Gavino . Ma questa la conosco, pensai, leggendo il nome e la breve biografia dell'autrice: Alessandra Guigoni, antropologa culturale, esperta di comunicazione del cibo. Mi sarebbe piaciuto intervistarla ma non avevo il tempo. E, proprio perché la conosco, pensai, non mi sarà difficile ricontattarla più avanti. Sono passati più di tre anni. Durante le vacanze di Natale ho avuto modo di leggere una nuova, intrigante, riflessione di Alessandra: Questioni antropologiche sul relativismo culinario (etnografia.it) . Così nei giorni scorsi è maturata una lunga e densa intervista che vi propongo qui (e nel blog di Daniele Barbieri , il cui incoraggiamento è stato determinante per la riuscita dell'intervista, specie dopo aver letto il suo post intitolato Strafogatevi ).

Dalla matematica alle emozioni. L'evoluzione del computer tra scienza e arte [Carnevale della Matematica #69]

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Questo post partecipa al Carnevale della Matematica #69 (14 Gennaio 2014) "Macchine matematiche antiche e moderne" Abstract Nell'evoluzione del computer la volontà era quella di meccanizzare il calcolo, basato fino a quel momento sull'esecuzione manuale o sulle tavole numeriche. Il desiderio di svolgere operazioni matematiche sovrastava il resto. Poi sono arrivati computer in grado di fare molte più cose. E domani? Non credo nelle invenzioni capitate per caso: credo che ci sia sempre qualcosa di voluto, anche nelle innovazioni più serendipiche , cioè quelle incorse mentre si cercava altro. E baso questa mia convinzione sulle storie degli inventori e delle invenzioni, che non mi sembrano mai casuali . Quando ripenso alla storia che ha portato alla creazione dei computer immagino la lenta sovrapposizione di conoscenze e il progressivo avvicinamento tra discipline, come l'algebra e l'elettronica. E penso al percorso tecnologico che ha portato dall'

L'aerodinamica e la bellezza

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Da tempo mi chiedo una cosa: perché mi piace ammirare le forme aerodinamiche , come quelle della Ferrari formula 1 che ho fotografato a Monaco di Baviera alcuni giorni fa? Sarà proprio perché sono aerodinamiche? Sarà per una questione di gusto legata al particolare design? O forse perché ricordano forme arodinamiche naturali, come quelle di pesci e uccelli? Chi mi sa aiutare a dirimere la questione estetica, presumibilmente di natura antropologica? Grazie. P.S. Forse queste forme piacciono solo a me e a pochi altri, ma il mio gusto risale a molti anni fa: a partire dall'epoca in cui giocavo con le automobiline. Andrea Mameli  Blog Linguaggio Macchina  12 Gennaio 2014