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Visualizzazione dei post da maggio 3, 2015

Asparagi, tra cucina, scienza e arte

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Partecipare a una cena, in occasione di una sagra dell'asparago - per la precisione la XX edizione, a Samassi - può regalare interessanti sorprese: dirette, per i deliziosi piatti a base di Asparagus officinalis , e indirette, per le tracce che questa pianta della famiglia delle Liliacee ha asciato nell'arte. Edouart Manet ha dipinto un bel mazzetto nel 1880 ( Une botte d'asperges, Colonia, Walraf-Richartz Museum ). Poi, per gratitudine verso il generoso acquirente, ne ha prodotto uno singolo ( Asparagus, Parigi, Musée d'Orsay ) «Il en manquait une à votre botte» . C'è poi Elsie Russell con il suo sparagus on Table del 1991. E chissà quante altre opere, tra le quali io annovero le illustrazioni a corredo di libri, manuali e articoli scientifici. Asparagi di Samassi (Sardegna) Ringrazio Alessandra Guigoni per avermi fatto scoprire questo mondo. Andrea Mameli blog Linguaggio Macchina 9 Maggio 2015  Edouard Manet Une botte d'asperges (18

Cinque piccoli mondi scoperti intorno alla (vecchissima) stella Kepler-444

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Meno di 4 mesi fa un gruppo di ricercatori guidato da Tiago Campante (un astrosismologo o "starquake" dell'Università di Birmingham) ha annunciato la scoperta di 5 piccoli mondi rocciosi vicino a una stella molto antica. La stella si chiama Kepler-444 e ha massa e diametro pari a circa il 75% di quelli del Sole. Dista da noi 117 anni luce e ha un'età sorprendente: 11,2 miliardi di anni . La formazione questa stella è avvenuta quando l’Universo aveva appena 2 miliardi e mezzo di anni. Ma come si fa a stimare l'età di una stella lontana? Grazie all'astrosismologia, misurando le piccole variazioni di luminosità causate dalle onde sonore che si propagano all'interno della stella. Lo studio è stato pubblicato il 27 Gennaio 2015 nella rivista Abstrophysical Journal. Artist’s conception of Kepler-444 and its five orbiting planets. Credit: Peter Devine and Tiago Campante/University of Birmingham Read more at: http://phys.org/news/2015-05-a

Perché le marce della morte? Vittore Bocchetta ha una risposta

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Vittore Bocchetta, a Cagliari per la mostra delle sue opere, ha raccontato la sua ipotesi sulle cosiddette marce della morte ( Todesmärsche).  Bocchetta nel 1945 è prigioniero nel campo di Hersbruck. Nel mese di aprile il campo viene evacuato con le marce della morte . Una notte, in prossimità dell'abitato di Schmidmühlen, Bocchetta riesce a fuggire insieme a un deportato francese, Marcel Maurin. Per Vittore Bocchetta la marcia della morte si trasforma, paradossalmente, nella marcia verso la vita. Ecco come racconta quella fuga in RIVISITAZIONE A FLOSSENBÜRG ED A HERSBRUCK (© Vittore Bocchetta 2010): «Qualcuno mi scuote, è Marcel. Marcel Morin, tipografo marsigliese, il più giovane dei sei francesi: "Maintenant Victor! C'est arrivé le moment! Allons on! Ecoute alors, je ne suis pas un trouillard! (Adesso! È arrivato il momento. Andiamocene. E ascoltami bene: io non sono un vigliacco!)." Mi spiega il suo piano e ignoriamo gli altri. Come d’a