Vito Volterra. Il coraggio della scienza. A Roma dal 12 Settembre al 9 Novembre 2016

Il CNR ricorda la figura e l’opera del suo primo presidente attraverso la mostra: Vito Volterra. Il coraggio della scienza, dal 12 Settembre al 9 Novembre nel Museo Ebraico di Roma.
Scienziato, senatore, fondatore del Cnr e della Società italiana per il progresso delle scienze (Sips), presidente dell’Accademia dei Lincei, animato dalla convinzione dell’unicità della cultura (e per questo ingaggia con Benedetto Croce una polemica sul valore culturale della scienza) e del suo ruolo di spinta propulsiva per lo sviluppo, Volterra riesce a mettere insieme autorevolezza scientifica e visione strategica, perseguendo l’obiettivo di una società basata su un forte rapporto tra università, ricerca pubblica, politica e industria.
Consegue la Laurea in Fisica nel 1882, discutendo una tesi di idrodinamica. L’anno dopo inizia a insegnare Meccanica Razionale all’università di Pisa. Partecipa alla prima guerra mondiale, arruolandosi, a 55 anni, nel Corpo Militare degli Ingegneri. Ma la sua attività scientifica non cessa. Anzi, proprio in questi anni ottiene uno dei suoi risultati scientifici più noti, nello studio della dinamica delle popolazioni, contribuendo a elaborare un’equazione che governa le relazioni preda-predatore, nota come equazione Lotka-Volterra ("Variazioni e fluttuazioni del numero d'individui in specie animali conviventi, 1926") con la quale si inaugura l’ecologia matematica e l'introduzione della matematica nelle ricerche biologiche. In quegli anni il mondo matematico usciva dal feudo aristocratico in cui era arroccato per aprirsi a una stagione di pensiero nuova. Volterra era democratico e liberale, aperto al dialogo senza pregiudizi, apprezzato dalla stragrande maggioranza dei matematici di tutto il mondo con i quali venne in contatto. Non a caso nel 1921 viene eletto presidente del Bureau International des Poids et Mesures di Parigi.
Non minore fu il coraggio civile: firma il Manifesto degli intellettuali antifascisti e rifiuta di prestare il giuramento di fedeltà imposto dal regime ai professori universitari, subendo l’estromissione da tutti gli incarichi pubblici. Nel 1923 chiede e ottiene di fondare il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di cui diventa il primo Presidente fino al 1926, quando viene sostituito da Guglielmo Marconi. Nel 1931 rifiuta di giurare fedeltà al regime e perde anche la cattedra all’università. Nel 1938 le leggi razziali proclamate dal governo fascista rendono la sua vita molto difficile. Come scrive Popinga nel suo blog (I matematici italiani e le leggi razziali): "Dovette abbandonare anche le sue molte cariche nelle accademie scientifiche italiane. Costretto all’esilio, tornò in Italia poco prima di morire. Il fascismo tentò di cancellarne persino la memoria. Quando morì, l'11 ottobre 1940, la scomparsa di una delle figure più illustri della cultura italiana passò pressoché inosservata: nessuna delle istituzioni scientifiche italiane ebbe il coraggio di ricordare ufficialmente il grande matematico, uno dei principali fondatori dell'analisi funzionale e della teoria delle equazioni integrali, maestro della biologia matematica. L’unica commemorazione fu tenuta da Carlo Somigliana (1860 - 1955) nell'Accademia Pontificia di cui Volterra era membro dal 1936."

La mostra, inserita nella nona edizione del Festival internazionale di letteratura e cultura ebraica (dal 10 al 14 settembre 2016) è stata progettata e organizzata da Sandra Fiore e Maurizio Gentilini, con il coordinamento di Marco Ferrazzoli (Ufficio stampa CNR). Apertura al pubblico: dal 12 al 30 Settembre Domenica-Giovedì 10:00-18:00, il Venerdì con orario 10:00-16:00, dal primo Ottobre al 9 Novembre Domenica-Giovedì 10:00-17:00, il Venerdì 9:00-14:00. Per informazioni: Cnr - Spr Ufficio stampa, telefono: 064993383.

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